mercoledì 11 gennaio 2017

Recensione: "La sposa normanna"

Titolo: La sposa normanna
Autore: Carla M. Russo
Prezzo: €9,90
Pagine: 236
Pubblicazione: 2009
Editore: Piemme

Voto: 8/10

Trama: 1185. L'incantevole Palermo, crogiuolo di tante culture, splendente dei suoi palazzi, dei suoi preziosi mosaici, è pronta ad accogliere la sua nuova regina. Costretta a rinnegare i voti, Costanza d'Altavilla, l'ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, viene data in sposa a Enrico di Svevia, figlio dell'imperatore Federico. Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono. Ma mentre il figlio tanto sospirato tarda ad arrivare, la fragile e bella Costanza deve lottare contro nemici potentissimi, primo fra tutti Gualtieri di Palearia, ministro dell'imperatore, che soffia sul fuoco della gelosia di Enrico per distruggere la donna e conservare la sua enorme influenza. Quando finalmente il piccolo Federico vedrà la luce, la madre dovrà far di tutto per proteggerlo dalle innumerevoli insidie che lo minacciano. Fino a quando, divenuto ragazzino, non sarà in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici, rivelando doti che faranno di lui un grande imperatore.

Sarà stato il fatto che il personaggio di Costanza d'Altavilla mi ha sempre affascinata, o sarà stato il fatto che ho sempre apprezzato i personaggi storici femminili dotati di
grande forza (soprattutto in epoca medievale), o forse la trama di questo libro che mi ha catturata fin da subito... non so, fatto sta che quando l'ho visto in libreria non potevo non portarlo con me. Così, ho messo da parte la mia Wish List e mi sono gettata in questo acquisto. Acquisto che, devo essere sincera, non mi ha delusa affatto, tutt'altro. 


Premetto che la lettura mi ha talmente catturata da averlo divorato in un solo giorno. Ho trovato questo romanzo molto scorrevole e ben scritto. Non so perché ma, forse per il fatto che il libro sia ambientato nel Medioevo o forse perché leggo ben pochi libri storici, mi aspettavo un importante contrasto culturale. Il quale sicuramente c'è stato, dato che è impossibile non notare tutte le differenze fra i due diversi periodi (quello attuale e quello del libro), ma l'autrice è stata molto brava nell'addolcire questo contrasto, presentandoci l'epoca del libro come in un film o in un documentario e non scaraventandoci in esso.

Questa è la storia di Costanza e della sua vita, della sua lotta. Ho apprezzato molto questo personaggio, la sua forza e la
voglia di non mollare, il coraggio anche nei momenti più disperati (non nego che, in certe situazioni piuttosto critiche in cui si trova la protagonista, ho notevolmente ammirato il suo agire: al suo posto avrei sicuramente mollato e non avrei avuto la forza di andare avanti). Ma anche la fede in Dio che non abbandona mai, la speranza che vive nel suo cuore anche se le gioie tardano ad arrivare. Costanza non perde mai la sua dignità, anche se disprezzata dal marito capriccioso e arrogante. E nonostante il suo matrimonio non sia affatto felice, sereno o desiderato, nonostante questo non faccia altro che provocarle sofferenza e angoscia, Costanza non sminuisce se stessa ricadendo nell'adulterio con il suo caro Ruggero d'Aiello. Tutt'altro. Costanza continua a sperare nel concepimento del suo bambino, che alla fine Dio le
donerà come premio per la sua forza e la sua fede. Costanza, nel suo essere una donna esile e debole, si dimostra una coraggiosa oppositrice delle ingiustizie nonché una persona molto intelligente: fino agli ultimi istanti di vita provvede al suo bambino Federico e al suo futuro, insegnandogli a leggere e a scrivere in età prescolare e favorendosi l'appoggio del popolo di Palermo il quale crescerà il futuro re. Il magnifico re.


Un personaggio che, invece, ho odiato profondamente è stato proprio suo marito, Enrico IV di Svevia. Non solo arrogante e presuntuoso ma, questo mi tocca dirlo, incredibilmente stupido. Completamente ottuso. Enrico ha la grandissima capacità di essere raggirato come un pollo da chi agisce per il semplice tornaconto personale e che vuole il regno per sé (come Gualtieri di Palearia), senza che l'idea dell'inganno lo sfiori almeno per sbaglio. E, cosa ancor più strabiliante, il suo modo migliore per reagire al fascino che la bella Costanza esercita su di lui non è quello di vivere un'appassionata vita coniugale, bensì quello di martoriarla e umiliarla fino allo stremo, lamentandosi poi di non sentirsi amato dalla moglie (ma dai?).

Una cosa che mi ha lasciata leggermente insoddisfatta però, e qui mi tocca fare un piccolo spoiler (quindi consiglio a chi intende leggere il libro di passare avanti), è la mancata riconciliazione tra Costanza ed Enrico. Quest'ultimo, il quale è sempre stato affascinato e soggiogato da lei e questo è palese, è praticamente incapace di dimostrarglielo. Questa
verità segreta può essere catturata dal lettore tramite mezze confessioni che Enrico fa a se stesso e, soprattutto, grazie al fatto che egli non riuscirà a credere, istintivamente, che Costanza sia capace di tramare contro di lui. 

Questo, però, Costanza non lo saprà mai.
Essa, infatti, rimarrà convinta per il resto della sua vita, fino alla morte, di essere stata odiata e disprezzata da suo marito, quando in realtà veniva soltanto amata in un modo sbagliato, malato. Amata da un uomo che non riesce ad accettare di dipendere da qualcun altro e, per tal motivo, sfoga proprio su di essa la sua frustrazione.
Enrico, nella sua ottusità, non si confesserà mai, ma anzi decide di tramare contro la donna costringendola a sofferenze e cattivi giudizi e, addirittura, arrivando a sospettare che il bambino non sia suo figlio.

In conclusione, posso dire che questo libro è stato all'altezza delle mie aspettative. E' stata una lettura appassionata e avvincente che mi ha catturata fino all'ultima pagina.
Posso dire inoltre che, dopo questo romanzo, penso di essermi convertita al genere storico e penso che continuerò a leggerne in futuro.

Luogo ideale in cui leggere: nella stanza fredda di un antico castello medioevale, oppure in una campagna sotto l'abbagliante sole estivo.

Lo consiglierei a: prevalentemente giovani studenti del liceo, ma anche agli adulti amanti della storia e non.

Libri dello stesso genere: in generale tutti i libri storici, soprattutto quelli che parlano delle grandi donne della storia.

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