lunedì 18 gennaio 2016

Recensione: "La metà oscura"

Salve, Viaggiatori!
E' da un po' di tempo che non tornavo nel mio angolino a farvi visita, lo so, ma questo è un periodo davvero molto incasinato. Si avvicina la fine del quadrimestre, compiti in classe e interrogazioni si moltiplicano, in più ci si è messa la neve a render tutto più difficile... insomma, non mi rendo conto neanche io di cosa bisogna far prima. Questa settimana, in particolare, è proprio da pazzi. Tuttavia, preferisco approfittare di questi brevi momenti liberi per dedicarmi ad una delle mie attività preferite: parlare di libri.

Vorrei fare una premessa dicendo che io non sono un'assidua lettrice di Stephen King. Ho letto giusto qualcosina di suo e, devo essere sincera, non mi attrae più di tanto. Okay, so che ha scritto libri magnifici e riconosco le sue grandi capacità letterarie, però il suo metodo di scrittura non fa per me. Troppo macchinoso, troppo distaccato, troppo pesante. Posso immaginare che a molti piacciano queste cose, ma a me no. Insomma, io sono un'amante dell'introspezione, del psicologico, vorrei che lo scrittore mi facesse sentire un tutt'uno con il personaggio... questione di gusti.

Comunque, come vi ho già detto, spesso mi piace variare genere, e siccome avevo trovato la trama di questo libro molto interessante e soprattutto non si presentava come un mattone interminabile, ho deciso di fare un tentativo.
E non me ne sono pentita.


Titolo: La metà oscura
Autore: Stephen King
Prezzo: €10,90
Pagine: 480
Pubblicazione: 2014
Editore: Sperling & Kupfer

Voto: 7.5/10


Trama: Thad Beaumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato romanzi con lo pseudonimo di George Stark: storie violente e di successo, che lo hanno reso ricco e famoso. Ora può finalmente scrivere con il vero nome, ma non sa che la figura di Stark, la sua metà oscura, non intende affatto sparire: più viva e spietata che mai, diventa una macchina di morte che distrugge quanto incontra sulla strada che conduce al suo creatore. Per difendersi da questa orribile minaccia, Thad dovrà spingersi negli angoli più inquietanti della sua mente...


"Dopo il cordoglio, la sorpresa è forse
l'emozione umana più difficile
da simulare con efficacia."

Thad Beumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato sotto lo pseudonimo di George Stark. Dopo un inconveniente con un lettore, decide di mettere da parte il suo personaggio e di pubblicare libri con il suo nome reale. Thad inizia a scrivere un nuovo libro e l'impresa promette bene, ma all'improvviso alcuni avvenimenti sospetti giungono a turbare la sua calma quotidiana. Una serie di omicidi si susseguono inesorabilmente e, fatto ancor più inquietante, tutte le vittime pare siano legate in qualche modo a lui, ma soprattutto a George Stark.
Episodio dopo episodio, Thad è costretto a tornare indietro nel suo passato, fino alla nascita di George, o ancora ai suoi primi romanzi di scarso successo, ai suoi problemi con l'alcol. Addirittura, è costretto a tornare a quel tragico episodio di ben ventotto anni prima, quando Thad era appena un undicenne. Quel giorno ebbe uno strano incidente, un incidente che sembra sempre più legato a quell'inquietante susseguirsi di vittime, ad opera di... di chi? Chi è lo spietato carnefice?
Pagina dopo pagina, Thad compirà un viaggio, una spietata ricerca che ha un solo obiettivo: la sua metà oscura. Perché George Stark non è pronto a morire. Non ancora.

"Lui era uno scrittore, un immaginatore. Non aveva mai conosciuto
uno, se stesso incluso, che avesse più che un'idea
molto vaga del perché facesse qualsiasi cosa. Arrivava persino a credere talvolta
che l'impulso coercitivo a fantasticare non fosse
altro che un'argine contro la confusione, per non dire la follia. Era una
disperata imposizione di ordine da parte di persone 
capaci di trovare quel materiale prezioso solo nella loro mente... mai
nel cuore."

L'inizio di questo libro l'ho trovato lento. King introduce una serie di personaggi che non troveranno posto nello sviluppo della storia e che rimarranno confinati nei primi capitoli del libro. Quest'azione, ovviamente, non è insensata, anzi: è un metodo che utilizza l'autore per introdurre i primi omicidi.
Mi è piaciuta quest'idea, senza dubbio, però l'ho trovata un tantino troppo pesante ed eccessiva, tanto da rallentare la lettura. Avrei preferito che fosse un po' più veloce, più dinamica.
Successivamente, quando la storia vera e propria è partita e Thad viene coinvolto negli omicidi, non ho potuto far altro che appassionarmi.

"Quando cominci il lavoro sporco,
non smetti finché non l'hai finito o qualcuno
non finisce te."

Non credo che lo stile di scrittura di King abbia bisogno di commenti. Descrizioni fantastiche, tanto che a volte sembra di vedere le scene come in un film. Gli spezzoni psicologici sono davvero ben fatti, un vero godimento per il mio animo da lettrice (sì, amo l'introspezione, lo sapete già). I personaggi vengono sviluppati in modo eccezionale: ho sempre pensato che uno dei vari metodi per misurare la bravura di uno scrittore sia quella di tener conto di quanto riesca a render vivi i propri personaggi. E su questo punto, riguardo Stephen King, non c'è che dire: i personaggi sono concreti, reali, percepibili.
La storia ha un esito e uno sviluppo interessanti. L'idea di fondo, il risveglio di un personaggio immaginario, l'ho trovata molto strabiliante, meravigliosa, bizzarra in senso positivo. Mi è piaciuta, tanto. Ad un certo punto del libro, provare ad indovinare il finale sarebbe stato impossibile. Qualunque cosa sarebbe potuta succedere. Non ho potuto far altro che leggere rapita fino alle ultime pagine. Non avrei mai potuto immaginare come sarebbe finito fino a quando non l'ho letto con i miei occhi.

L'epilogo, poi, è stato delizioso: è stato come vederlo da uno schermo; ancora adesso, se provo a ricordare, le immagini mi si presentano vive di fronte agli occhi.


"Non so chi sono quando scrivo.
Ma è ancora più sorprendente che non mi sia
mai accaduto di chiedermelo prima d'ora."


Fra le tantissime qualità che riconosco di Stephen King, due di esse spiccano.
La prima è l'importanza che dona ai dettagli. Questi, secondo me, sono uno dei punti fondamentali per far sì che la storia sia il più verosimile possibile. I dettagli la rendono vera. Una storia senza dettagli è una storia inventata e basta, confinata nella fantasia umana e che non trova altro riscontro con la realtà se non attraverso un grande sforzo immaginativo.
La seconda qualità che riconosco di Stephen King è l'importanza che dona al cattivo, all'antagonista: esso non solo ha delle buone motivazioni per fare quel che fa, ma ha pari dignità e pari diritti del protagonista di prevalere, di vincere. I due sono sullo stesso piano, sullo stesso livello di importanza ed entrambi avrebbero delle valide motivazioni per avere la meglio e sconfiggere l'avversario. Addirittura, leggendo questo libro, ad un certo punto il mio supporto per Thad ha cominciato a vacillare ed ero pronta a fare il tifo per George Stark; mi sono appassionata alla sua storia, al suo personaggio, e sarei stata felice sia per la vittoria di Thad che per la vittoria di George.
Questo, secondo me, è un particolare che rende il libro realistico e invincibile.

"Ma può darsi che gli scrittori INVITINO gli spettri; 
insieme con attorti e artisti, sono i soli medium che la nostra
società accetta senza riserve. Inventano mondi
che non sono mai stati, lo popolano di persone che non sono
mai esistite, e poi ci invitano ad accompagnarli 
nelle loro fantasie.
E noi lo facciamo, no? Sì, lo facciamo.
Anzi, PAGHIAMO per poterlo fare."

Quali sono, dunque, i motivi per i quali lo stile di King non mi convince? Dopo avervi parlato di tutti questi lati positivi, sarebbe stupido dire che i libri di quest'autore non li gradisco più di tanto... eppure è così, e un motivo c'è.

Si tratta di gusti personali, più che altro. A me piace quando, leggendo un libro, riesco a percepire la presenza del proprio scrittore dietro le pagine, quando riesco a sentire la sua mente a stretto contatto con la mia. Quando riesco a sentire l'aura, l'anima, il lato umano che c'è oltre le pagine, Quando leggo un libro così macchinoso, così artificiale, così organizzato e costruito nei minimi dettagli... non so, non mi convince al cento percento, c'è sempre qualcosa che mi impedisce di appassionarmi appieno. Proprio per questo gli ho assegnato un voto non così alto.

"Se è questo l'odore dei sogni
non voglio sognare mai più."

In conclusione, è stata un bella lettura. Probabilmente non è neanche il migliore del signor King e sarei curiosa di leggere qualcos'altro di suo, sicuramente, ma non so se e quando lo farò.

Luogo ideale in cui leggere: su un prato soleggiato, sotto l'ombra di un albero del cimitero, circondati dalle lapidi rischiarate dal sole e il profumo di fiori freschi.

"Tutti noi siamo gli eroi della nostra vita."


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